Architettura Critica è una rivista, è un manifesto che si riscrive di continuo, è un tavolo sul quale vengono posati materiali indispensabili per chiunque voglia avvicinarsi all’architettura. Non c’è un ordine: ci sono solo gruppi di scritti che si condensano attorno a degli argomenti o a dei semplici spunti. Ogni ordine presuppone una forma, e ogni forma aspira ad una chiusura, cosa oramai impossibile.
Il tentativo è di provare a ricostruire l’identità e il senso di una disciplina che, morta ormai da più di due secoli, continua ad essere tenuta in vita artificialmente ad uso esclusivo degli spacciatori di metriquadri.
La morte di cui si sente il fiato pesante, cioè la morte che soffoca in vita, non è solo quella dell’architettura, ma di tutto l’insieme di storie, esperienze, pensieri e desideri che in una parola si definiscono: l’uomo.
Di questa morte si cerca la ragione, si cerca la traccia dell’evento (l’uccisione), si identificano i responsabili.
Questo lavoro non è mosso da alcuna speranza. Da nostalgia, forse, sicuramente per dovere di testimonianza. Il senso della storia è nel saluto di chi c’era a chi non può capire.
Viene allestita con metodi pre-artigianali, non ha fini di lucro, non ha prezzo, ed è distribuita in maniera approssimativa e occasionale – praticamente agli amici.
I materiali pubblicati fanno quasi sempre parte di libri o riviste fuori commercio e di difficile reperibilità. Altre volte si tratta di stralci di volumi ancora in commercio che comunque non superano le quantità consentite dalla normativa vigente. Non sia mai.
Architettura Critica
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